Come ogni anno, anche quest’anno il 6 Marzo i Logopedisti di tutta Europa celebrano la loro Giornata Europea, promossa dal CPLOL, Comitato Europeo Permanente dei Logopedisti ed organizzato in Italia dalla Federazione Logopedisti Italiani in collaborazione con le sezioni regionali come la FLI Marche.
Il tema di quest’anno è :
“ La Disprassia”
La disprassia
è una difficoltà a programmare ed eseguire con accuratezza movimenti coordinati e gesti finalizzati al raggiungimento di un obiettivo.
Una persona disprassica ha problemi nell’organizzare i processi volontari (pianificare cosa fare e come farlo) per cui può avere difficoltà nell’eseguire azioni quotidiane comuni quali vestirsi o parlare e provoca deficit nelle attività scolastiche come scrivere o leggere.
La disprassia può essere associata a problemi di linguaggio, di percezione e di elaborazione del pensiero.
Il linguaggio può essere semplificato nella struttura sintattico-grammaticale ed alterato negli aspetti articolatori, la percezione inadeguata nell’integrare le informazioni periferiche e nel correlarle all’azione, il pensiero scarsamente organizzato nei vari contenuti
Colpisce in genere dal 3 al 6% dei bambini in età evolutiva e si verifica maggiormente nei maschi rispetto alle femmine
Le Cause
Le cause sono incerte e poco definite come:
- la familiarità,
- problemi durante la gravidanza o il parto,
- prematurità o postmaturità.
Tipi di Disprassia
Esistono vari tipi di disprassia :
In base alla causa
- Disprassia primaria o pura (non associata ad altra patologia e che non presenta segni neurologici evidenti)
- Disprassia secondaria (associata invece ad altre patologie e sindromi: PCI, Sindrome di Williams, Sindrome di Down, Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, ADD, ADHD ossia Disturbi dell’Attenzione con o senza Iperattività).
In base al tipo di azione
1. Disprassia generalizzata
2. Disprassia Verbale
3. Disprassia Orale
4. Disprassia dell’abbigliamento
5. Disprassia degli arti superiori
6. Disprassia della scrittura
7. Disprassia di sguardo
8. Disprassia della marcia
9. Disprassia del disegno
10. Disprassia costruttiva
Può capitare che nello stesso bambino si riscontrino uno o più tipi di disprassia, di cui una tipologia e’ preminente rispetto ad altri segnali piu’ sfumati .
I sintomi
Il soggetto disprassico può avere difficoltà a:
- fare i lacci alle scarpe
- abbottonarsi
- scrivere
- disegnare
- copiare, scrivere
- assemblare puzzle
- costruire modelli
- giochi di pazienza
- giochi di costruzione
- giocare a palla
- lanciare ed afferrare una palla
- fare attività sportive
- comprendere percorsi
- nel linguaggio: articolazione di parole, fonemi
inoltre può presentare:
- goffaggine;
- confusione della lateralità
- problemi di consapevolezza del tempo;
- problemi nell’eseguire attività fisiche come correre, prendere ed usare attrezzi, tenere la penna e scrivere;
- ridotto sviluppo delle capacità di organizzazione, difficoltà nell’eseguire attività che richiedono sequenze precise;
- facile stancabilità;
- scarsissima consapevolezza dei pericoli;
- comportamenti fobici, compulsavi ed immaturi
Segnali ed indicatori di rischio
Primo anno di vita
Tratti fisici e comportamentali
- E’ facilmente irritabile e non consolabile
- Difficoltà di suzione e alimentazione
- Problemi di sonno
- Difficoltà nei cambi di posizione
- Difficoltà di sguardo e di oculomozione
- Difficolta’ e/o ritardo nella prensione
- Difficoltà ad afferrare piccoli oggetti con uso di presa palmare e non a pinza
Tratti linguistici
- Inizio ritardato o assenza della lallazione e poi del babbling
- Non uso di gesti
- Assenza di segnale di produzione verbale
Tratti prassico-motori
- Tappe evolutive psicomotorie ritardate (gattonare, stare seduto,mettersi in piedi, deambulare in modo autonomo)
Tratti sociali e ludici
- Scarsa o assenza di manipolazione di oggetti
- Breve interesse per gli oggetti
Età prescolare
Tratti fisici e comportamentali
- È in continuo movimento
- Ha necessità di tempi lunghi per svolgere un qualsiasi compito e rinuncia se trova qualche difficoltà
- Ha tempi brevi di attenzione (2 – 3 minuti)
- Ha difficoltà ad addormentarsi o il sonno è agitato
Tratti linguistici e sociali
- Produce suoni isolati, ma non parole
- Difficoltà ad articolare le parole
- A due anni produce meno di 50 parole
- Non segue i ritmi
- Non usa coordinare i gesti al ritmo di una canzone
- Confonde termini che indicano relazioni temporali
- Ha difficoltà di socializzazione
- Ha un repertorio limitato di gesti
Tratti prassico-motori
- Sale e scende le scale solo con aiuto ed ha difficoltà a scendere o saltare un gradino
- Viene ancora imboccato o usa le dita
- Non riesce a stare su un solo piede
- Ha braccia rigide o cadenti lungo i fianchi quando cammina
- Ha difficoltà a stare in equilibrio sulle punte dei piedi
- Disegna a livello di scarabocchi
- Non riesce a usare le forbici
Tratti ludici
- Non usa il triciclo e lo utilizza spingendolo da dietro, non riesce a pedalare
- Non fa giochi di costruzione
- Ha difficoltà nell’infilare chiodini nei buchi
- Ha problemi nell’afferrare e manipolare oggetti
- Ha problemi nei travasi di acqua fa pasticci
- Non presenta sequenze di gioco simbolico oppure sono limitate
- Evita e non ama fare puzzle
Età scolare
Facile distraibilità e tempi di attenzione molto brevi: questi bambini fanno fatica a seguire le spiegazioni dell’insegnante e a mantenere l’attenzione costante per un tempo prolungato e necessario allo svolgimento di un intero compito.
Presentano:
- Difficoltà di apprendimento ed in particolare disgrafia
- Difficoltà nell’esecuzione di compiti scolastici in classe, che migliorano in un rapporto individuale
- Lentezza esecutiva
- Difficoltà in matematica e nell’elaborazione scritta di storie strutturate
- Difficoltà di copiatura dalla lavagna
- Difficoltà di tipo grafo motorio e nel disegno
- Nel primo ciclo elementare ancora la dominanza non è acquisita
Cosa può fare il pediatra
Il pediatra ,attraverso colloqui con i genitori e con un’attenta osservazione può monitorare l’evoluzione del bambino ed individuare eventuali segnali di disprassia .
Qualora fossero presenti gli indicatori di rischio, invierà il bambino dagli specialisti di competenza per una valutazione e diagnosi approfondita.
Chi fa la diagnosi
La valutazione viene effettuata da un’equipe di esperti: neuropsichiatra infantile, psicologi dell’età evolutiva, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità, terapisti occupazionali, che stileranno un profilo funzionale del soggetto ai fini sia diagnostici che terapeutici.