Con lo slogan” LIBERA LE PAROLE “E COMBATTI LA BALBUZIE il 6 Marzo si apre, anche quest’anno, la Giornata Europea della logopedia promossa dal Comitato Europeo dei logopedisti ed organizzato in Italia da tutte le Associazioni Regionali, aderenti alla FLI, tra cui L’Associazione Nazionale Logopedisti Marche.
“La balbuzie – spiega Alessandra Renzi, Presidente L’Associazione Nazionale Logopedisti Marche – E’ un disturbo verbale che determina interruzioni o ripetizioni nel fluire della parola.
La balbuzie viene definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “un disordine del ritmo della parola nel quale il paziente sa con precisione quello che vorrebbe dire ma, nello stesso tempo, non è in grado di dirlo a causa di involontari arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che hanno carattere di involontarietà”.
“ la Balbuzie” di solito si manifesta nei bambini tra i 3 e i 5 anni ma può comparire anche nell’età adulta : in questi casi però è frequente riscontrare che il soggetto ha sofferto in passato di una forma lieve o occasionale di balbuzie, di cui però non ha ricordi precisi o che non paragona al problema manifestato in seguito.
La Balbuzie ha una prevalenza di circa l’1% nella popolazione e presenta un’incidenza del 4-5%.
In Italia si contano quasi un milione di soggetti balbuzienti.
“Esistono differenze sia legate al sesso che all’età – continua la Presidente Alessandra Renzi– ed è presente in un maggior numero di maschi rispetto alle femmine, con un rapporto che varia da 3:1 a 5:1.
Nei bambini in pieno sviluppo linguistico, cioè sotto i quattro anni, questa differenza tra i sessi, si riduce ad un rapporto di 2 a 1.
Il motivo di questa disparità non è ancora stato identificato ed è un campo di applicazione degli studi genetici, tuttavia diversi studi hanno evidenziato una differenza di maturazione nello sviluppo linguistico tra maschi e femmine”.
disfluenza infantile o balbuzie primaria
La comparsa delle prime disfluenze verbali o balbuzie primaria, avviene solitamente tra i due e i cinque anni.
Nel momento in cui il bambino comincia ad comporre le prime frasi, possono insorgere difficoltà nel mantenimento di un ritmo del linguaggio normale e rilassato.
Pertanto è normale che ci siano interruzioni o esitazioni.
Mentre difficilmente ciò costituisce un problema per il bambino, per i genitori questa difficoltà può essere fonte di grande preoccupazione, ecco allora che alcuni intervengono invitandolo alla calma, suggerendogli di prendere fiato, rallentare il ritmo, fare pause, pensare prima di parlare.
I bambini, secondariamente all’ansia e al disagio degli adulti che gli stanno accanto, possono strutturare inibizioni che successivamente portano all’evitamento del linguaggio.
Per questo, le disfluenze verbali possono cronicizzare e trasformarsi in balbuzie.
La maggior parte delle balbuzie infantili evolvono naturalmente verso una fluenza normale nell’adolescenza, senza alcun intervento specifico.
In questa fase, pertanto, una delle risorse più importanti per il bambino, all’insorgere dei primi sintomi, è proprio la famiglia.
Un accordo internazionale ha stabilito che, data la grossa complessità dei sintomi qualitativi e quantitativi della balbuzie, non si deve mai parlare di balbuzie prima dei cinque anni di vita.
Fino ad allora qualsiasi problematica del flusso della parola deve essere chiamato disfluenza.
Nel caso della balbuzie secondaria, che è destinata a perdurare in età adolescenziale ed adulta, possiamo invece evidenziare due caratteristiche principali: la consapevolezza della difficoltà e la paura e il disagio legato al disturbo.
La rieducazione di un quadro “cronico” ed avanzato di balbuzie impegna il paziente e lo specialista in un percorso di costruzione e controllo della fluidità del linguaggio, insieme ad un lavoro psicologico che aiuti a superare l’ansia legata alla comunicazione e alla relazione.
La “ Balbuzie” è comunque un disturbo complesso.
Le Cause
Come tutti i problemi complessi, la Balbuzie presenta una serie di cause, alcune valide per tutti i casi, altre relative solo a determinati soggetti, altre ancora con valore puramente trascurabile.
Gli studiosi, come sempre le classificano in funzione dei propri indirizzi e teorie:
- cause psicogene o psicotraumatiche
- cause organiche
- cause ereditarie
In realtà le cause che favoriscono l’insorgere del disturbo sono molteplici e variano da soggetti a soggetto.
La probabilità di sviluppare il disturbo aumenta però nei casi di storia familiare di balbuzie: infatti una percentuale di soggetti, che a seconda degli studi varia da 30% a 69%, con un parente di primo grado che soffre del disturbo lo manifesta a sua volta.
Non bisogna però dimenticare che la balbuzie può comparire in soggetti nelle cui famiglie non vi è alcuna storia precedente: almeno il 25% di soggetti che balbetta si trova in questa condizione.
Le caratteristiche.
Anche se la caratteristica più descritta è quella che riguarda gli aspetti del parlato (presenza di blocchi e ripetizioni), possono essere individuati altri elementi, che variano da evidenti sintomi secondari (ammiccamento eccessivo delle palpebre, presenza di smorfie facciali), a sentimenti negativi di imbarazzo e ansia.
Definire la balbuzie unicamente come un problema di fluenza equivale ad ignorare l’individuo, i suoi sentimenti e l’importanza che essa ha nella sua vita (Sheenan, 1984).
Il trattamento logopedico.
Un’enorme varietà di trattamenti è stata ed è utilizzata per gestire la balbuzie, con approcci metodologici e modalità estremamente disomogenei e differenti, in ambito sia nazionale sia internazionale.
Gli orientamenti più recenti hanno cercato di integrare approcci differenti (Bloodstein, 1995; Menzies et al. 1999) ed attualmente l’approccio terapeutico più indicato è quello GLOBALE ED INTEGRATO.
Lo scopo della terapia è quello di aiutare il soggetto a trovare un giusto equilibrio tra il sentirsi a proprio agio rispetto alla propria verbalità e alla balbuzie, a posto con se stesso e diventare abile nel capire e nell’usare le tecniche di modificazione della fluenza al fine di diventare “un efficace comunicatore“ (Chamela K, & Reardon N. 2001).
Numerosi sono i personaggi celebri che hanno patito questo disturbo.
Ne era affetto
- il grande narratore di fiabe dell’antichità, Esopo
- il celebre oratore ateniese Demostene
- il filosofo Aristotele
- Nell’epoca dell’antica Roma, Cicerone e Virgilio.
- Scrittori famosi come Manzoni e Italo Calvino;
- illustri scienziati, come Darwin e Newton
- attori famosi come Anthony Quinn e Marilyn Monroe.
Il che significa che questo disturbo dell’eloquio può risultare sicuramente penalizzante ma che certamente non impedisce di raggiungere fama e successo se si riesce a trattarlo tempestivamente e con metodi efficaci.
Iniziative Regionali
L’Associazione Nazionale Logopedisti Marche intende anche quest’anno pubblicizzare l’evento mettendo in risalto il ruolo che riveste il logopedista nella prevenzione,valutazione,educazione e riabilitazione di tutte le patologie della voce, del linguaggio, della comunicazione ,della deglutizione e delle funzioni cognitive in età evolutiva,adulta e geriatrica, e il suo intervento fa la differenza.
Nella nostra Regione purtroppo
- sono pochissimi i logopedisti che operano nei servizi sanitari pubblici e privati;
- non si riesce a rispondere, nei tempi appropriati, alle numerose richieste di intervento riabilitativo;
- si creano lunghe liste di attesa;
- non esiste ancora un corso di Laurea in Logopedia.
Nella giornata del 6 marzo l’Associazione Nazionale Logopedisti Marche intende pubblicizzare la Giornata Europea della Logopedia con:
la distribuzione di opuscoli informativi presso gli ambulatori medici e un filo diretto con il logopedista chiamando dalle 15.00 alle 19.00
Il 6 Marzo il n° 3288018318
Il 7 Marzo il n° 3468382765
L’8 Marzo il n° 3290826199
Oppure mandando una e. mail a log.alerenzi@alice.it
logopedisti esperti risponderanno alle tue domande.
Si potranno inoltre consultare e scaricare dal sito web della Federazione Logopedisti Italiani (www.fli.it –Regione Marche-) articoli e depliantes illustrativi.
Il Presidente A.N.L.Marche
Dott.ssa Alessandra Renzi